sabato 2 maggio 2015

Commento all'articolo del Professore Antonino Saggio, "Nuove Sostanze", in Il progetto, gennaio 2000


Il tema trattato dal Proffessore Antonino Saggio nella'articolo Nuove Sostanze è la presa di coscienza del cambiamento di un epoca in campo architettonico, che è un fatto ormai certo da anni, rappresentando un invito, una sfida agli addetti ai lavorie cercare di rispondere a questa nuova visione del mondo, che porta con se nuove esigenze per il fututo.
Il ragionamento è semplice: si parte cercando di analizzare il recente passato, dagli inizi del XX secolo, per arrivare fino ai nostri giorni, in modo da potersi attacare al discorso cercando di immaginare l'immediato futuro. 
La parola chiave attorno al quale ruota il ragionamento è sostanza. Indagando attraverso questo aspetto, bisogna far attenzione al significato del termine stesso. Non intendiamo sostanza come un fatto puramente fenomenologico, una visione della realtà. Bensì intendiamo il termine dalla sua derivazione latina substantia "ciò che sta sotto", cioè che è nascosto all'interno della cosa sensibile, e che non muta mai. Potremmo dire quindi che sta alla base dell'origine di ogni cosa, la regola che ne determina il suo essere. 
A partire da questo dato analizziamo l'architettura in epoca industriale a confronto con l'architettura nell'epoca dell'informazione.
Se prima si progettava la città pensandola come divisa in aree classificate, e quindi in qualche modo separate e divise, in nome della funzionalità di ogni singolarità, oggi invece ci troviamo di fronte ad un'inversione di tendenza. Innanzitutto non si lavora più per zooning e tipologie, ma si lavora per intrecci, articolazioni, complessità. Cioè è un passaggio fondamentale questo perchè ci si è resi conto che prima si semplificava il problema suddividendolo, ma il risultato di questa operazione è stato disastroso, in quanto questo modello non coincideva con la realtà, ben più complessa. Per questo il modello è stato affinato e avvicinato alla realtà grazie sia alla presa di coscienza, sia grazie alle possibilità pratiche che la tecnologia ha messo a disposizione per l'obiettivo. Ma il nuovo strumento della tecnologia non è solo uno strumento, non ha solo ampliato le possibilità operative, ma ha influenzato proprio nella sostanza. Infatti con la tecnologia sono entrati a far parte del vocabolario termini come fluidità, complessità, connessioni, che sono propri del linguaggio tecnico dell'informatica e che ben si sposano per la creazione di un modello il più possibile vicino alla realtà. Quindi lo strumento non entra solo nella parte conclusiva del progetto, ma entra nella sua stoanza, fin dentro le sue membra, ne detta la regola. Attraverso questo approccio l'architettura contemporanea segue come principale obiettivo quello di ricollegare, riconnettere aree che risultano abbandonate o poco valorizzate e cercare di iniettare linfa vitale all'interno di esse, rilanciando il preesistente attraverso il contemporaneo.
Frank Gehry, Guggenheim Museum, Bilbao, 1997 
L'esempio lampamente di questo modus operandi è il Guggenheim di Bilbao, che a prima vista può sembrare una ricerca formale fine a se stessa, ma se indagata più attentamente ci si accorge che è soprattutto funzionale al suo intermo, e svolge anche un importante ruole di interconnessione all'esterno per diverse zone della città come il fiume, la città storica e il museo stesso, garantendo una fruibilità che vada oltre l'orario di apertura del museo stesso.
Ancora, potremmo dire che se nell'epoca industriale l'oggetto, la creazione umana doveva sopraffare la natura, la doveva dominare distruggendola e senza curarsene minimamente, oggi invece accade esattamente l'opposto. Innanzitutto la natura assume un ruolo al pari del costruito nella progettazione, e in più è prorpio la natura ad assumere un fattore di connessione e intermediazione tra più parti rendendole collegate. La mia riflessione mi porta a pensare, in termini matematici, che nell'epoca industriale i singoli soggetti vengono accostati l'uno all'altro, quindi una sommatoria in successione, mentre nell'epoca dell'informazione si tende a creare un singolo soggetto ma composto, stratificato, complesso, quindi una sorta di moltiplicazione in cui coesistono contemporaneamente diverse singolarità che moltiplicano il loro valore e significato. Quindi in analogia matematica si può vedere come l'epoca industriale caratterizzata dal segno +, mentre l'epoca dell'informazione caratterizzata dal segno x. In sostanza un aumento di valore, poichè facendo una prova banale, utilizzando gli stessi termini, ma applicando a loro operazioni differenti il risultato cambia: 7+3+4= 14; 7x3x4= 84. Potrebbe sembrare non proprio corrispondente la realtà, però fornisce in maniera sintetica una chiave di lettura diversa del ragionamento fatto finora.
Steven Holl, Kiasma, Helsinki, 1998
Ancora, dal punto di vista pubblicitario nell'epoca industriale si puntava sulla bontà e qualità del prodotto in questione, mentre oggi questo pregio lo si da per scontato tanto da non pubblicizzrlo più. Oggi quello che viene pubblicizzato di un prodotto è la narrazione di esso, la storia che c'è dietro, quindi un fatto simbolico. Lo stesso è avvenuto in architettura in cui nell'epoca industriale tutte le ricerche e gli sforzi tendevano verso il funzionalismo, mentre col tempo questo concetto si è andato stabilizzandosi tanto da venire trascurato, proprio perchè dato per scontato. Oggi nell'architettura si ricerca un significato, alle volte un simbolo: un pò come dire, "ok funzioni. Poi che altro mi dai?" Ovviamente bisogna stare attenti a non cadere nella banalità del simbolismo puro e semplice, ma più difficile e più ricercato è il simbolismo che sta alla base del Kiasma di Steven Holl ad Helsinki, in cui non c'è il simbolismo puro e semplice della Pop Art, ma il simbolismo entra nelle fibre stesse del progetto, tanto da dare il nome al museo.
Cocludendo, sicuramente ci troviamo in una fase di cambiamento, in cui il ruolo della tecnologia pervade qualsiasi soggeto, qualsiasi sfera della vita, e perchè no, qualsiasi momento della giornata. Lo schermo fa parte del nostro modo di vedere il mondo, non lo vediamo più certo attraverso la prospettiva cme poteva vederlo Brunellechi. Dato per assodato questo fatto dobbiamo cercare di far proprio lo strumento che ancora risulta misterioso e ricco di possibilità sconosciute. Pertanto il consiglio per il fututo è quello di guaradre a questo strumento con gli occhi degli scienziati, dei ricercatori, cioè di provare e riprovare senza sapere dove ci porterà alla fine. Seguiti un pò dalla logica ma anche molto dall'istinto e provando empiricamente, forse qualche risultato di spessore è possibile ottenerlo.



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