Commento all'articolo del Professore Antonino Saggio, "La schiuma che informa", in Il progetto, gennaio 2015
Subarquitectura, Alicante, stazione tram |
Il discorso si apre con una riflessione sul ruolo dell'informazione che un singolo soggetto porta con sè, in particolare si prende come esempio il tram, al quale si è interessati circa la sua frequenza, orario d'arrico, ritardi, ecc... e queste informazioni fanno ormai parte della nostra quotidianeità in quanto basta un'applizazine per ricevere tali tipo di informazioni a riguardo. L'analogia proposta prevede la similitudine tra l'informazione e l'acqua nei suoi tre stati solido, liquido e gassoso. Vale a dire il livello di informazione che ha già un campo attuativo, come nel caso delle applicazioni appena detto, lo si può assimilare allo stato solido. Mentre allo stato gassoso tutti noi adoperiamo il termine cloud, intendendo un livello di informazione che sta li da qualche parte pronto alla sua attivazione. Mentre lo stato intermedio, forzando un pò il concetto, viene rappresentato dalla schuma che informa. In altre parole sono modelli già esistenti e legati a fatti materiali pronti a reagire ai cambiamenti, mutamenti spaziali, ecc... Come può rendersi concreta questa che noi definiamo schiuma d'informazioni, portando a fatti e scelte concrete nella realtà? Un esempio può essere la città di Barcellona che ha sostituito i suoi giardinieri con delle centraline poste nei parchi che captano informazioni dall'ambiente circostente come umidità, velocità del vento, ecc... portnado a risultati eccellenti garantendo un risparmio sul consumo di acqua, che rappresentava in passato una crisi per la città, a fronte però di un investimento che alla fine si è rivelato vincente. E si perchè il rischio in questi casi di affidarsi nelle mani della tecnologia è quello di fallire e mancare l'obiettivo che è quello di rendere un servizio concreto al cittadino, che vuole vederne i frutti. A partire da questo esempio vincente, si forza la mano prendendo come riferimento un altro esempio come la stazione tram ad Alicante, in Spagna, fatta dal gruppo Subarquitectura. Sono in sostanza due pensiline multitasking , sono un nodo urbano, immerso in un'area verde, che di notte proietta luce all'esterno e di giorno accelerano la circolazione dell'aria grazie alle loro bucature, e cosi via. Quindi è un esempio che funziona. Ma non potrebbe fare di meglio? E qui si entra nel campo delle ipotesi seguendo le linee guida dell'IT.
Schermo flessibile, Teecnologia OLED |
Ad esempio il tram potrebbe assumere una pelle cangiante grazie all'utilizzo delle tecnologie AMOLED e OLED per cambiare il suo aspetto a seconda dell'ambiente esterno, come fosse uno schermo, superando il concetto di informazione statica. L'obiettivo potrebbe essere creare più punti di questo genere all'interno della città creando una rete coordinata in grado di scambiarsi informazioni, ad esempio creando competizione tra quartieri riguardo il livello di istruzione. In conclusione l'informazione deve essere un tutt'uno e in grado di fare un passo indietro al modello di partenza per cercare di aggiustare il tiro in corso d'opera, a partire comunque da una situazione di crisi.
Quindi "schiuma informativa in cui l'infrastruttura viaggia, raccoglie dati, che ne fa modelli che li trasforma continuamente per rifarsi cosa viva intervenendo concretamente nei fatti fisici che trasformano lo spazio della vita e della città".
Fiume Tevere |
Inserendosi in questo discroso, una proposta per Roma quale potrebbe essere? A partire da quale crisi? Mi viene in mente che da secoli esite il muraglione sulle due spnde del Tevere che attraversa la città, originariamete creato in difesa dalle inondazioni, quindi con uno scopo ben preciso, ma che ha anche creato una netta frattura fra le due sponde appunto, in cui l'unico punto di collegamento sono i ponti in successione attraversabili. Perchè il Tevere de'essere attraversato con cosi tanta rapidità e indifferenza? L'idea potrebbe essere di creare spazi di sosta tra le due sponde, quindi con il Tevere principale attore, magari a partire dai barconi abbandonati sulle rive?
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