Interstellar, 5° dimensione |
Di cosa vogliamo trattare? Vogliamo trattare dell’idea che è
proprio il tempo un elemento chiave per interpretare la creazione dello spazio,
quindi vedere il concetto della creazione dello spazio attraverso il tempo. Ci
muoviamo in un’idea, non soltanto geometrico/visualizzativa, ma attraverso il
tempo per riflettere sullo spazio. Ragionare su questo porta con se delle
implicazioni. Innanzitutto l’idea che possiamo proiettare sul mondo che ci circonda,
molti sistemi. Possiamo vedere, capire, interpretare, agire, attraverso molte costruzioni
mentali, mettendo oggi il tempo al 1° posto. Ma sono costrutti mentali che sono
storicamente e scientificamente dati, cioè si succedono in momenti storici
differenti, ma ogni volta variano le maniere di capire e interpretare lo spazio,
all’accumularsi delle conoscenze scientifiche, della storia, ecc… “gli architetti pensano spesso di creare quello che è, ma
non pensano di creare lo spazio e il tempo”.
Ora proviamo di invertire il punto di vista partendo da questi assunti.
1° - "il tempo è la prima dimensione dello spazio".
Facciamo un processo analogo quando “informazione materia prima
dell’architettura”. Noi affrontiamo il ragionamento che il tempo è la prima
dimensione, e non la quarta, per la relatività dello spazio. Basta mettersi in
una stanza buia, immaginiamo di vivere in una sola dimensione, non esiste né lo
spazio né il tempo. E’ un assunto sul quale arriva la fisica contemporanea,
come nel buco nero, in cui non c’è né spazio né tempo.
2° - "lo spazio è un intervallo percorribile", quindi la
linea: descrivendo la formazione della linea. Il punto è un concetto astratto,
non ha né spazio ne tempo, la linea si concretizza nel movimento del punto nel
tempo: “intervallo percorribile”, lo spazio del percorso sulla linea.
3° - quindi ne consegue che "il punto non ha né spazio né tempo".
Flatland, Edwin Abbott, 1884 |
Queste 3 formulazioni hanno a che vedere con formulazioni
nel libro Mathland, di Michele Emmer, che a sua volta riprende Flatland, romanzo didattico
dell’800, che si muove su concetti di questo tipo.
Per esempio, estremizzando il tutto, ci inseriamo in una dimensione lineare, un binario
infinito. Qual'è il modo di visualizzare il punto? Il modo di conoscerlo posso
farlo solo percorrendo il binario, quindi il tempo diventa la prima entità. Artificio
di Edwin Abbott, nel romanzo Flatland. Due dimensioni, figure geometriche che
sono i soggetti del romanzo, che non conoscono altro mondo che il piano di 2 dimensioni.
Dire che il punto non ha ne spazio ne tempo, arriva ad
ampliare il concetto di Euclide, ritorna al buco nero. Lo spazio e il tempo si
generano insieme, formulata da Hawking. Il tempo e spazio sono legati
dall’equazione della velocità della luce. Il tempo non esisteva prima della
creazione dell’universo. “il tempo è la dimensione fondamentale per comprendere mondi a meno dimensioni, e per immaginare mondi a più dimensioni del nostro”.
Quindi qua ci muoviamo su un territorio più instabile. Come faccio a percepire
una figura a 3D se vivo in un mondo a 2D? Seguiamo in un altro modo il
ragionamento. Immaginiamo di vivere in un mondo a 1 dimensione, la linea.
Abbiamo visto che l’unico modo è praticarlo attraverso il tempo. Ora su 2
dimensioni ci muoviamo. Immaginiamo che tutto il mondo è costruito cosi, e non
posso sperimentare altro, sono un punto che si muove. Cosa succede in questo
caso? Di nuovo il modo per sperimentare questo mondo è da esplorare. Ma cosa
succede di particolare? Se io modifico la superficie di questo piano, la
espleto sempre attraverso solo e esclusivamente col tempo, per comprendere
questa cosa. Se lo vedo non dalle 2 dimensioni, ma vedendolo dall’esterno
attraverso le 3 dimensioni, noi vediamo subito che nascono concetti:
4° – "ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto
all’interno di un sistema superiore". Cioè riesco a capire che esiste un mondo a
meno dimensioni.
Flatland Sphere |
5° – "da un sistema inferiore si ha proiezione di uno di
livello superiore". Importante. Cosa vuol dire? Ritorniamo al caso da applicare
su Flatland. Come faccio a percepire una figura a 3D se vivo in un mondo a 2D?
Attraverso la proiezione. Incastro su un paino la sfera. Esiste nel mondo a 2
dimensioni la figura del cerchio, perché io conosco solo 2 dimensioni. Ma
facciamo muoverla attraverso il tempo. Il cerchio è diventato 3 volte più
grande. E’ bizzarro. Ma si può ipotizzare una progressione. Quindi io so che
esiste un mondo a 1 dimensione. Ma l’intuizione è che possa esistere un mondo a
3 dimensioni. Quindi è difficile da comprendere da un sistema inferiore, ma lo
posso percepire come proiezione, ne posso interferire. Il motivo di questo
ragionamento è ancora una volta dimostrare che è anche qui la dimensione tempo
che fa fare il salto da una dimensione all’altra.
6° - "Ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo
autonomo". Piegando il foglio, per andare da A a B, non posso che andarci
tramite il piano bidimensionale, ma potrei andarci nella maniera più breve
nelle 3 dimensioni, con un vettore che esce dal piano.
7° – "in ogni sistema di livello superiore coesistono infiniti
sistemi di riferimento di livello inferiore".
Cosa stiamo facendo? Abbiamo relativizzato tutto. Abbiamo
cercato di rompere lo spazio a 3 dimensioni, perché siamo educati a pensare in questo modo. Ma noi ragioniamo a monte, mentre a valle esistono spazi più
semplici. Ma perché facciamo questo? Per spingerci a lavorare e pensare al
fatto che esistano più dimensioni. Perché si fa questo? E perché è utile farlo?
In 3D possiamo pensare a infiniti piani, è facile da capire.
Su un piano coesistono infinite linee.
Immagine di un pesce che salta fuori dall’acqua. Il pesce
come fa a percepire che fuori esistono altri spazi e paesaggi? Solo uscendo
fuori dal liquido, fuori dalla costrizioni, attraverso il salto, ma ne prende
solamente coscienza. E’ una maniera diversa per ragionare sulla proiezione, ma
ha similitudini e differenze. Immaginiamo un essere acquatico: tutto è
all’interno di questo mondo, ma il mondo acquatico è solo una proiezione di un
mondo a più dimensioni, e il salto fa cambiare punto di vista, per vedere il
sistema in cui si vive.
Fatto questo ragionamento proviamoci a muovere verso la
quarta dimensione.
Che non è affatto il tempo, nella nostra costruzione, è la
prima, ma la quarta dimensione è geometrica, è la "z". Già teorizzato nell’800 dal matematico Bernhard Rienmann. Se trasliamo un cubo nel tempo, i nostri CAD si fermano li, ma noi possiamo
farlo, avremo uno spazio idealmente chiuso, un Hypercubo. Quindi anche in uno
spazio a 4 dimensioni esistono infiniti mondi a 3 dimensioni. Ci preoccupa e
non poco.
Qual'è la navigabilità prevalente in un mondo a 4
dimensioni? In 2 la linea, in 3 posso cambiare piano, in 4 posso cambiare da
mondi a 3 dimensioni e la navigabilità avviene attraverso il salto.
Ci fermiamo qui, per non andare troppo oltre.
Queste cose dette hanno spinto diversi settori: cinema,
arte, ecco… che sono ragionamenti, mondi e situazioni che si muovono su idee
fondamentali. “Multidimensional Math”. Si descrive vari
situazioni della fisica contemporanea, esemplifica molte cose. E' una piccola
applicazione che fa saltare da punto, linea, piano
CERN, acceleratore di particelle |
Per esempio al CERN, è stato costruito un canale di 15 km, creando condizioni che permettono di sperimentare tutte queste cose a partire dalla logica. Infatti prima di Einstein, si pensava che il mondo fosse 3D, ma dopo si capì che si poteva vedere il mondo in maniera diversa.
Telechirurgia |
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