Entra in gioco la parola "modello", molto importante per noi,
entriamo in questo mondo che avrà conseguenze molto forti. Usando sempre la
nostra griglia, già utilizzata in 3 occasioni diverse: 1) bitmap, 2) geolocalizzazione
di entità, 3) può trasformarsi in 3D aumentando i codici. Poi al nostro
Leonardo, dopo 2.000 anni, gli viene un’altra idea, sfruttando sempre la
griglia. Gli viene l’idea di trasmettere dei dati numerici. Invece di trasmettere
dei puntini, o entità come vettori definite da alcuni codici tipicamente di
partenza-arrivo. Adesso c’è un grande salto, e usiamo la tabella per mettere
dei numeri. Alla base di questa intuizione c’è appunto il modello.
Leonardo 4.0 |
Attraverso la solita griglia 10x10 adesso voglio trasmettere dei numeri, o meglio diciamo
più semplicemente che io voglio trasmettere un minimo di operazione numerica. Per esempio, 1+5=6. Voglio trasmettere queste set di informazioni utilizzando la tabella e
utilizzando un formalismo, che mi porterà molto avanti. Come lo devo scomporre
metodologicamente il problema? Ho bisogno di definire un qualche tipo di
codice, un qualche tipo di operazione. Qual è il codice che si deve stabilire
per operare? Operazioni: somma, sottrazione, moltiplicazione, ecc… ma possono
essere infinite, appartengono alla grande categoria delle funzioni o operatori,
come anche radice quadrata, o funzione statistica, funzione logaritmica.
Dopodichè che cosa abbiamo leggendo la formula dal punto di vista logico/metodologico?
Abbiamo un risultato, che appartiene a un’altra categoria. Poi cosa abbiamo? Abbiamo
1 e 5, che sono dati/informazioni, ma si preferisce chiamarle informazioni perché
all’interno di questo sistema sono già codificate, hanno applicati un sistema
convenzionale. Già con questo poco abbiamo fatto un salto enorme, perché abbiamo
pensato come formalizzare queste cose. Abbiamo un modo con i segnali di fumo
per dire 1? Certo, lo decidiamo prima. Cosi come anche per la somma? Certo, la
chiamo “som”, lo decidiamo convenzionalmente. Esempio utilizzando la griglia:
A1 som A2=A7 , e non è detto che il dato debba stare per forza in A5,
attenzione. Cancello A2. Perché l’unico aspetto formale fondamentale di questo
formalismo, è che ci sono le variabili tra queste informazioni, che in questo
caso sono 1 e 5, la funzione che stiamo utilizzando, e il luogo in cui va il
risultato. L’unica maniera per farlo impazzire è confonderlo tra risultato e
informazione. Quindi devo decidere con molta chiarezza il mio formalismo.
Quindi ci sono A1 e A2, e il risultato di questa somma va in A7, e ci inviamo
questo messaggio in qualche sistema. Dopodichè, dopo qualche settimana che cosa
viene in mente? Che A1, invece di essere 1, è 30. Che cosa succede? Che noi
abbiamo già impiantato il formalismo, tale che basta cambiare il dato di
partenza A1 per avere immediatamente il risultato modificato. Quindi ai tempi
di Leonardo è un’invenzione mostruosa, perché attraverso questo salto logico,
ed averlo sempre applicato alla stessa griglia, per la quarta volta in una
maniera completamente diversa dalle altre. Abbiamo scoperto che mi posso creare
un’impalcatura logica di calcolo, e posso cambiare i dati con una certa
facilità e posso cambiare tutto il resto automaticamente. Quindi cambiando un
dato all’interno di questa cosa, l’impalcatura rimane e posso giocarci.
Tabella 10x10, casella concatenata |
Cosa mi
viene in mente dopo un po’? Potrei cambiare l’operazione certo, ma c’è un salto
ancora più potente. Cioè che la casella risultato, che fino ad ora sapevo che
doveva essere assolutamente inamovibile, però in realtà adesso la potrei anche
concatenare e farla diventare dato a sua volta. Quindi posso scrivere un’altra
operazione: A7/B2=D7. Ma A7 non è una casella qualsiasi, ma è concatenata. Che
cosa vuol dire? Vuol dire che questa cosa diventa gerarchica, perché naturalmente
il primo livello di informazioni influenza dinamicamente il secondo livello. Perché
per modificare questo sistema, io posso modificarlo al primo livello, o ai
livelli successivi, quindi dipende a che livello modifico. E lo si è fatto
tutto con la logica senza implementarlo informaticamente, cioè lo avrei potuto
fare ai tempi di Leonardo. Una volta capito questo mi si rivolta il mondo. Perché
ho capito il sistema del concatenamento, che se lo volessi raffigurare in qualche
maniera è come se fosse un albero. Cioè significa che se io muovo dei dati a un
livello alto mi si ripercuoto solo una piccola porzione, mentre se io modifico
a un livello più basso, il tronco per esempio, le modifiche mi si ripercuotono
su una porzione molto più grande. E’ un’idea potentissima questa qua, ed è per
la prima volta che parliamo di modello, nel senso matematico, nel senso
statistico e fisico del termine, cioè una serie di variabili che possono essere
modificate per rappresentare un certo pezzo di realtà, che è interpretato per
mezzo di un modello matematico.
Albero gerarchico |
Il foglio elettronico, o spreadsheet, funziona esattamente
in questa maniera, sarebbe EXCEL. Invece esistono moltissimi tipi di fogli elettronici, ma un po’ come Xerox si usa per dire stampante comunemente. Gli devo dare il formalismo, l’operazione
adoperata. Cambiando uno di questi mi cambia tutto. Poi lo posso intrecciare ad
un altro livello. Lavora per livelli, si sviluppa come un albero, per rami, si
ramifica, e io cambiando a un livello più basso mi modifica tutta la parte
dipendente. Ci sono moltissime operazioni. Non tutte le funzioni sono di tipo
matematico, ma ci sono anche operazioni di tipo logico, per esempio: "se questo
numero è più grande di quello vai là". “What…if”, sono operazioni di tipo
logico, possono essere applicati al giorno, al mese, ecc... Perché il foglio elettronico, o spreadsheet, è cosi importante per noi, un pezzo fondamentale per il
nostro ragionamento? La ragione fondamentale è perché spinge a un ragionamento
“what…if”, con un rapporto più ipotetico, a tentativo con la realtà, che mi
lascia aperta la possibilità di operare molte verifiche all’interno del
modello. Immaginiamo che 4 sia il numero di mesi che lavoro. Ma mi muovo in una
rete dinamica di dati, e mi muovo in un modo di ragionare con molta meno forza
rispetto al sistema elettronico, in cui è istantaneo, mentre dillà è più
laborioso. Le variazioni, basate sul “what …if”, tende ad essere non praticabile
in quella maniera. A fine lezione di Gehry, all’interno di questi sistemi, le 5/6
categorie bisogna ottimizzarle l’una con l’altra. Quindi il “what…if” è una
grossa struttura mentale. Mentre sostanzialmente il modo di ragionare nel campo
architettonico, è un mondo gerarchico, è “if…than”, cioè ci metto molto più
tempo. Arrivo a una decisione di forma, poi faccio una dopo l’altra, è gerarchica,
non ho dinamicità nell’”if…than”, è un modo di ragionare, di un rapporto causa/effetto (gerarchica), di tipo lineare, che una volta decisa la prima cosa,
decido la 2°, poi la 3°, poi la 4°, mentre “what…if” le posso modificare
contemporaneamente.
Esempio di algoritmo "what...if" |
Lo spreadsheet è una cosa che nasce con l’informatica. Prima
non c’era un prodotto che faceva la stessa cosa. Tutta l’architettura del
razionalismo, di Le Corbusier e i 5 punti ragionano “if…than”: decido i 5 punti,
poi la struttura, poi la divisione interna, cioè si va "step by step", mentre con
Gehry le cose tendono a muoversi molto più concatenate l’una con l’altra. VisiCalc
è la prima cosa che ha questa applicazione, fatto per l’Apple 2. Oggi lo standard è diventato Excel.
In quest’idea utilizziamo la parola modello in questo contesto, con almeno 3 significati
gergali e comuni:
1 – esempio perfetto da copiare, in arte e architettura, e
modello di disegno;
2 – si usa per dire plastico tridimensionale;
3 – invece all’interno di questo corso la utilizziamo
all’interno di questo significato scientifico/matematico.
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